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Lucia delle Notti

Ci sono notti in cui mi manchi 
mi manca la tua follia 
la tua intelligenza 

Mi manca il tuo vestito viola 
che corre sui muri di Bologna 
mi manca il Circolo del Biliardo 
la colletta del vino in Piazza 

Complici nel prendere per il culo 
e darlo in culo all’esistenza. 

E si correva dietro un’arancia marcia 
la si calciava sotto la traversa 
in una notte di Aulla 

ed era il tempo che sempre tempo 
e che questo per dio bastava: 

bastava avere venti anni 
rimandando ogni promessa 

c’ero io, il presente, la Piazza 
e la Comandantessa. 

E mi svegliavo non prima del pomeriggio 
in case sempre diverse 
e non sempre affittate 

trapuntato di tessere arci 
e fototessere in pose beniane, 

non mi addomesticavo 
neanche le urla dei genitori 

alla richiesta di voti 
più falsi di me. 

E si tornava a piedi dal Parco Nord 
con voragini al posto del cuore 
improvvisando “Battiato” d’annata 

io, te, Rimbò e Capobanda 
con le palle piene di vita, 
e tutto intorno pareva la vita, 
la migliore vita, sul serio 

“Giuro di esserci sempre 
anche quando non ci sarò più”. 


E si correva dietro un futuro 
che non avremmo raggiunto mai 
che non ci avrebbe visto insieme. 

E se qualcuno gli avesse detto 
a quei due magnifici ragazzi randagi 
che si cresceva, ci si perdeva, 
ci si salutava, 

loro gli avrebbero riso in faccia 
ubriachi come uccelli 
dietro un’arancia marcia. (772)

 

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